Eresia e santità tra alto e pieno medioevo

Heresy and holiness are not an endiad. As a rule, one tends to think of them as an opposition, considering them antithetical terms and concepts. Heresy = deviance; holiness = perfect adherence to orthodoxy. One is not born a heretic, one becomes a saint. In this sense, the comparison between heresy and sanctity is not without methodological and historiographical interest, which cannot - and the sources often testify to this - be considered statically as previously defined and in opposition. The fluidity and dynamism of historical processes, in order to be grasped and to be reconstructed, cannot afford the luxury of aprioristic definitions to be placed as labels - or stigmas - on persons, cases, facts, at the risk of not grasping the connections, stratifications, changes in the becoming of history. There is not always a rigid, clear-cut, codified separation between heresy and holiness, not upstream as much as downstream; the distinction is the result of a process and of the dynamics and results of the forces and balances in the field. In this sense, one can observe how a dynamic is triggered around the concept of "heretic" that is not very dissimilar to that of the concept of "anti-pope", which has traditionally had a static definition that is not very sensitive to historical development.

Eresia e santità non sono un’endiadi. Di norma, si tende a ritenerle un’opposizione, considerandoli termini e concetti antitetici. Eresia = devianza; santità = perfetta aderenza all’ortodossia. Non si nasce eretici, e santi si diventa. In questo senso non è privo di interesse metodologico e storiografico il confronto tra eresia e santità, che non possono – e le fonti lo testimoniano spesso – essere considerati staticamente come preventivamente definiti e in opposizione. La fluidità e la dinamicità dei processi storici, per essere colta e per essere ricostruita, non può permettersi il lusso di definizioni aprioristiche da porre come etichette – o stigmi – su persone, casi, fatti, a rischio di non cogliere nessi, stratificazioni, mutamenti del divenire della storia. Non esiste sempre una rigida, netta, codificata separazione tra eresia e santità, non a monte quanto piuttosto a valle; la distinzione è frutto di un processo e delle dinamiche e delle risultanze delle forze e degli equilibri in campo. In questo senso si può osservare come intorno al concetto di “eretico” si inneschi una dinamica che non è molto dissimile da quella relativa al concetto di “antipapa”, che pure ha avuto tradizionalmente una definizione statica e poco sensibile al divenire storico Questo fatto emerge in maniera chiara a proposito del periodo della riforma ecclesiastica, tra secolo x e xii: un momento di particolare pregnanza nell’ambito della storia religiosa e sociale dell’Occidente medievale, che si pone come vero e proprio spartiacque